la moderna rivoluzione francese
Il 4 marzo 2024 è una data storica per il popolo francese e probabilmente per il mondo intero: il diritto all’ interruzione di gravidanza diventa costituzionale. Con un voto, pressoché, unanime, il parlamento ha portato la Francia ad essere il primo paese al mondo, nel quale viene sancito dalla Costituzione il diritto della donna di interrompere volontariamente la gravidanza. Ci si potrebbe chiedere cosa ci sia di rivoluzionario, visto che in Francia è già possibile abortire, che bisogno ci sia di sancire tale diritto nella Costituzione. Invece è importantissimo, perché, in pratica, nessuno potrà più abrogare tale diritto, in quanto è quasi impossibile cambiare la Costituzione: l’ iter è complicatissimo, lungo e difficile da attuare. Macron aveva promesso, che avrebbe portato tale diritto nella Costituzione e così ha fatto. Ottima cosa, perché come ha ricordato il primo ministro francese Gabriel Attal, le libertà, che abbiamo faticosamente conquistato sono fragili e sempre a rischio di essere cancellate. L’ esempio ce lo dà la democratica America dove, per esempio, una giovane donna Nancy Davis, per interrompere la gravidanza è dovuta andare in un altro stato americano. La Lousiana, di fatto, le ha negato la possibilità di abortire, sebbene vi fosse una malformazione del feto, che risultava addirittura senza cranio. Infatti, per timore di venire denunciato, nessun medico si è reso disponibile ad interrompere la gravidanza. La donna, che versava anche in condizioni economiche precarie, ha lanciato una campagna di solidarietà, per poter andare in North Carolina ad abortire lì. Oppure Kate Cox, già madre di due bambini, che si è rivolta alla Corte Suprema, per poter abortire in Texas, visto che portare avanti la gravidanza, con il feto deformato, avrebbe comportato per lei gravi problemi di salute. Dopo sentenze e sospensioni di sentenze, ha deciso di abortire in un altro stato, anche per paura di ritorsioni verso il marito e verso la dottoressa, che si era resa disponibile a praticare l’ interruzione di gravidanza. Ho portato all’ attenzione due casi estremi, dove, nemmeno davanti a problemi seri di salute, si è fatta un'eccezione. Ecco perché ha perfettamente ragione il primo ministro francese, quando dice che le nostre libertà sono fragili e sempre in pericolo. Ecco perché anche la Spagna si è detta pronta a seguire l’esempio francese e introdurrà il diritto all’ interruzione di gravidanza nella Costituzione. E il bel paese che fa, si adegua? In Italia il clima è completamente diverso, sebbene l’ aborto sia legale dal 1978, l’ interruzione di gravidanza , oggi più che mai si rivela cosa assai complicata. I medici abortisti sono una categoria in via di estinzione, mentre ci sono sin troppi obiettori di coscienza. Questo per la donna è un grave disagio, che se vuole interrompere la gravidanza, si vede costretta a cercare una struttura lontano da casa, magari in altre province, magari addirittura in altre regioni. Nonostante sia un diritto acquisito ormai cinquant’ anni fa, è sempre nel mirino di politici e associazioni pro vita, che tentano di abolirlo, con ogni stratagemma possibile. Ultima proposta, in ordine di tempo, quella di far ascoltare alla gestante, che vuole abortire, il battito cardiaco del feto, fra l’ altro veramente di una disumanità assoluta. In conclusione i nostri cugini francesi, che, in quanto a diritti civili, sono anni luce avanti a noi, hanno segnato il cammino, ora sta a noi proseguire su quella strada. Aggiungo una considerazione contro l’ aborto per lo più sono uomini, nonostante sia una problematica femminile, questo dipende dal fatto che, se la donna ha meno diritti o libertà, è più facile controllarla . In un mondo che parla ancora al maschile, la donna cavalchi l’ onda francese e cerchi di colmare quel divario, che la vede ancora dietro all’uomo.
CLAUDIA MAZZEIsport
Giogiò non ha insegnato niente.
Gioventù allo sbando: violenza, emarginazione e solitudine
Il dilagare della violenza tra giovani in Italia non è più un fenomeno isolato, ma è diventato una vera e propria emergenza . Un esempio emblematico di ciò può essere considerato l’ omicidio di Giovanbattista Cutolo. Giogiò, questo il suo soprannome, aveva 24 anni, era il classico bravo ragazzo, musicista, suonava l’oboe, studiava al conservatorio e la sera lavorava come cameriere, per non gravare troppo sulla famiglia.
La notte del 31 agosto 2023, il giovane si trovava con la fidanzata ed altri amici a piazza Municipio( Napoli), davanti ad una paninoteca. Sembra che la lite tra lui e un ragazzino sia scoppiata per una sciocchezza: un motorino parcheggiato male. E’ stato freddato da quel ragazzino, appena sedicenne,che aveva già precedenti penali, con un colpo di pistola.Quella sera si sono incontrati i due volti opposti della gioventù napoletana: il bravo ragazzo, che cerca di farsi strada nel mondo e il teppistello ,che, come forma di linguaggio, conosce solo la violenza. Purtroppo Giogiò ha avuto la peggio. Un caso più recente, simile a questo, è l’omicidio di Santo Romano, a San Sebastiano al Vesuvio( Napoli). Santo aveva tentato di fare da paciere tra un suo amico e un ragazzino, che contestava all’altro di avergli sporcato la scarpa, pestandola con un piede.L’ adolescente è entrato in macchina, ha preso una pistola, che aveva nel cruscotto ed ha sparato ripetutamente. Per Santo non c’è stato nulla da fare,è morto in pochi minuti, dopo una disperata corsa in ospedale. Ormai le nostre città sono ostaggio di scorribande di baby gang, che, armate di coltelli, pistole e spranghe, in sella ai loro motorini, terrorizzano interi quartieri, dando la caccia allo straniero o al senza tetto di turno. Questo fenomeno denominato“maranza”è diventato a tutti gli effetti emergenza. A riprova di ciò, è balzato alla cronaca il pestaggio di Grumo Nevano ( Napoli). Ripresi dalle telecamere di sorveglianza , si vedono alcuni ragazzi a bordo di scooter e automobili inseguire, senza motivo, cittadini stranieri, rincorrerli, spaventarli e picchiarli selvaggiamente con spranghe..Altro fatto di cronaca, che vede coinvolti minori, risale a di pochissimi giorni fa . E’ Il ferimento con un coltello di un giovane di 19 anni,da parte di una ragazza di 15 anni, avvenuto verso mezzanotte, all'uscita della metropolitana Scampia-Piscinola( Napoli). I due si conoscevano, ma non erano amici. Hanno litigato e la ragazzina, al termine della discussione, lo ha aggredito con un coltello. Il ferito, colpito all'addome, è stato accompagnato dai familiari al pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli. Questa esplosione di violenza da parte di minori è in continuo aumento, ma quali possono essere le cause e soprattutto è possibile arginare il fenomeno? Il disagio giovanile merita l'attenzione delle istituzioni?. La causa principale dell’ emarginazione minorile e quindi anche della rabbia e della violenza, che ne scaturiscono è la povertà: i minori in povertà assoluta, secondo l'ISTAT,nel 2023, sono stati il 14%. La deprivazione ha come conseguenza l’ abbandono scolastico. La generazione post covid sogna di vivere in una società più inclusiva e meritocratica ed invece si sente derubata da adulti, che non vogliono cedere il posto, non vogliono lasciare il potere. Inoltre le istituzioni sembrano ignorare totalmente i giovani e il loro disagio. Hanno tentato di dare una risposta alla violenza attraverso Il decreto Caivano, che prevede misure cautelari nei confronti di minori, indagati per reati di minor entità. Ma questa non può e non deve essere la risposta dello stato al dilagare della violenza. L'emarginazione e il disagio giovanile si combattono con interventi sociali e con politiche pubbliche costruite attraverso il coinvolgimento dei più giovani ed indirizzate alle loro esigenze e alle loro necessità. La scuola, ad esempio, dovrebbe fare di più contro l’ abbandono scolastico.Dovrebbe fornire gratuitamente gli strumenti ( tablet, libri, cancelleria) alle fasce più deboli, per facilitare lo studio . Inoltre dovrebbe occuparsi seriamente della salute mentale dei minori , ad esempio con incontri mensili tra psicologi ed alunni . Dovrebbe coinvolgere gli studenti , con assemblee e riunioni, che trattano le loro problematiche . Lo stato ad oggi ignora i giovani e la generazione Post Covid nelle sue politiche, quando prenderà coscienza e posizione su di loro e sulle loro tematiche, allora si potrà definire società civile e anche la rabbia e la violenza non avranno più ragion d’ essere.
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libera(finalmente)
Donna, questa lettera è per te,
che piangi nel letto, quando in casa dormono tutti,
che non ti guardi allo specchio, perché non ti piace più… quello che vedi,
non ti piace quello… in cui lui ti ha trasformato.
Non hai un’ amica con cui parlare, non sei libera di uscire, anche solo per guardare le vetrine, il tuo sguardo è sempre basso, perché lui, con la sua gelosia, non ti permette di guardare gli altri negli occhi, ritiene che alzare lo sguardo non sia da donne per bene. Non devi parlare con nessuno, non devi frequentare nessuno: una semplice colazione al bar o un aperitivo con le amiche sono cose che lui non può tollerare tu possa o voglia fare.Devi stare sempre a casa o al lavoro , devi stare sempre sola.
Provi un senso di profonda vergogna e ti senti costantemente umiliata, perché lui ti impedisce di avere una vita normale. Ti senti come fossi in prigione ed hai paura che gli altri si accorgano di quanto misera sia la tua vita e ti giudichino, perché accetti tutto senza ribellarti. Ma gli altri non ti giudicano, stai tranquilla…La violenza psicologica è difficile da dimostrare, perché non lascia segni visibili sulla pelle, le cicatrici sono tutte nel tuo cuore, lo so bene. Non accade all’ improvviso, la prevaricazione avviene piano, piano, giorno dopo giorno e ti ritrovi dopo vent’ anni depressa e senza sapere neanche chi sei o cosa vuoi.
Ma io sono l’ esempio che si possa rinascere dalle proprie ceneri, riappropriarsi della dignità e della stessa vita. Certo all’ inizio è dura, durissima, incontrerai mille ostacoli, dovrai chiedere aiuto ad altre persone, dovrai ricostruire rapporti, per poter uscire dall’ isolamento. A volte ti sentirai così stanca e desolata da pensare di tornare indietro al tuo porto” sicuro”, ma quello non è un porto sicuro è solo una prigione. Questo insegnamento valga per tutte e valga per sempre: alla prima alzata di voce da parte del proprio compagno, fidanzato, marito, convivente, bisogna girare i tacchi ed andar via. Se ti ha mancato di rispetto una volta, sicuramente lo rifarà e se non glielo impedirai, diventerà la normalità. Non avere paura, è lui che deve avere paura, perché non sa rapportarsi ad una donna: amore è condivisione non certo prevaricazione
.E tu, quando sarai con la tua solitudine, fiera del tuo percorso, sicura di quello che sei diventata, allora ti guarderai allo specchio e questa volta ti vedrai bellissima, perché sarai LIBERA FINALMENTE.
Claudia Mazzei
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